Pensiamo a quando eravamo piccoli: abbiamo corso dei rischi? Abbiamo vissuto delle (piccole) avventure? Quanto bene le ricordiamo?
Cadere, graffiarsi fanno parte della crescita. Il nostro ruolo di educatori è quello di prevedere il rischio e non demonizzarlo, ma lasciare che i bambini e le bambine sviluppino la loro capacità di analisi.
Da una ricerca del National Trust sulle abitudini dei bambini è emerso che gran parte di loro passa quasi tutto il tempo seduto davanti alla tv o a giocare coi videogiochi: meno di un bambin* su dieci gioca regolarmente in luoghi aperti.
Il National Trust e il WWF hanno dunque lanciato la campagna «50 cose da fare prima di avere 11 anni», che suggerisce una lista di giochi ed esperienze da fare all’aria aperta, come correre sotto la pioggia, far volare un aquilone e arrampicarsi su una collina, e propone una sorta di sfida ai bambini e alle bambine perché li esauriscano tutti. Le attività sono state scelte da un elenco proposto da una commissione di esperti e costituito dai giochi che nella loro infanzia li avevano maggiormente avvicinati alla natura. *1
Questo piccolo esempio può essere anche interpretato come una sorta di esercizio attivo che pone i bambini e le bambine, le famiglie e gli/le insegnanti in una dimensione di scoperta e di gioco dinamica e reciproca.
*1 L. Malvasi “L’educazione naturale nei servizi e nelle scuole dell’infanzia” (2018), Edizioni Junior