Il gruppo dei pari favorisce una serie di esperienze fondamentali per lo sviluppo evolutivo del bambin*: la rete di relazioni, di ascolti, di dialoghi che si costruisce tra bambin*, oltre ad essere una ricchezza per la loro crescita emotiva e sociale, è anche una grande ricchezza per la loro mente e intelligenza.
Le relazioni nel piccolo gruppo favoriscono infatti dinamiche organizzate, di esplorazione, di scoperte che generano scambi estremamente significativi.
L’interesse sollecitato dall’attività di un altro bambin* si manifesta in molti modi, che possono andare dall’osservazione attenta di ciò che sta facendo, all’interazione diretta o alla condivisione di un gioco. Questo significa che i bambin* riescono a comprendere il progetto del coetaneo e a portarlo avanti insieme, come quando due o più bambin* giocano a fare finta e si accordano sui diversi ruoli.
Il bambin* è incuriosito dalle scoperte degli altri, prende l’idea ma la rielabora secondo uno stile personale affrontando con originalità la sperimentazione e la soluzione dei problemi.
Il coetaneo, insomma, dà l’opportunità all’altro di guardare la realtà sotto un diverso punto di vista.
Si è parlato, a proposito di questo interesse che un bambin* ha per il fare dell’altro, di “effetto lumaca”, perché è come se gli oggetti o le azioni di un bambin* lasciassero una scia invisibile agli altri, che attrae e sollecita interesse e che quindi consente lo scambio di conoscenze. È importante dare ai bambin* la possibilità non solo di essere individualmente impegnati, ma di avere l’occasione di partecipare insieme alla costruzione di un prodotto che sarà il risultato del sapere del gruppo di quei bambin*.
Recenti studi hanno inoltre confermato non solo che l’apprendimento tra bambin* della stessa età risulti realmente costruttivo, ma anche che l’apprendimento tra età diverse risulta arricchente dal punto di vista sociale, cognitivo, linguistico e psico-motorio. Il bambin* più piccolo è stimolato nell’imitare i comportamenti del più grande, mentre questo, oltre ad apprendere il rispetto nei confronti del più piccolo, impara ad accettare ritmi diversi dai suoi.
Compito di noi educatori/insegnanti è non solo capire e rispettare gli stili individuali di apprendimento, ma anche quello di rendere possibile una crescita alimentata dal confronto e dallo scambio.
Maestra Arianna