I diritti naturali dei bambini e delle bambine

Educa i ragazzi col gioco, così riuscirai a scoprire l’inclinazione naturale. (Platone)

L’educazione e l’esercizio consapevole e attivo dei propri diritti e doveri della propria persona deve cominciare a scuola, sempre nel rispetto per la natura e la strutturazione dei tempi della persona stessa. Ciascun individuo è soggetto di diritti sociali, civili, politici, economici e culturali, e nel 1989 anche i bambini sono stati riconosciuti come portatori di tali diritti grazie alla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite*1.

Sono stati siglati ben 54 articoli, che donano rilievo al fatto che i bambini non sono oggetti passivi da assistere, ma sono piuttosto persone che partecipano attivamente alle decisioni da prendere, per consentire loro di crescere e di esprimere il loro pieno potenziale.

I 54 articoli in cui si snoda la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza possono essere suddivisi in quattro categorie di diritti: diritto alla protezione, diritto alla salute, diritto all’uguaglianza e diritto allo sviluppo. Quest’ultimo allude alla possibilità di ciascun bambino di svilupparsi e crescere in maniera sana, ricevendo affetto e istruzione, permettendogli di sviluppare i propri talenti e di scoprirli attraverso il gioco, lo sport e le attività ricreative.

Dunque ha diritto ad esprimersi come preferisce (a condizione che non si danneggi il prossimo), così come ha diritto al riposo, se necessario.

Questo aspetto in particolare è di fondamentale ispirazione per le scuole all’aperto: in esse è essenziale che i bambini sappiano giocare. Giocare sporcando e sporcandosi, cadendo e rialzandosi, toccando, sperimentando, ma anche fermandosi e annoiandosi, affinché si acquisisca la capacità di mettersi in gioco nella vita e di trovare possibili soluzioni. 

Le istituzioni educative dovrebbero contribuire al soddisfacimento di questo bisogno, anche in considerazione dell’elevato numero di ore che molti bambini trascorrono a scuola.

In merito a ciò Gianfranco Zavalloni*2, nel suo libro elogio della lentezza La pedagogia della lumaca*3, ha stilato dieci diritti, detti naturali, che spesso vengono negati ai bambini, invitando il buon maestro a tenerne conto:

1. DIRITTO ALL’OZIO, a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti;

2. DIRITTO AL SPORCARSI, a giocare con sabbia, terra, erba, foglie, acqua, sassi, rametti;

3. DIRITTO AGLI ODORI, a percepire il gusto degli odori, riconoscere i pro-fumi offerti dalla natura;

4. DIRITTO AL DIALOGO, ad ascoltare e poter prendere la parola, interloquire e dialogare;

5. DIRITTO ALL’USO DELLE MANI, a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare corde, accendere un fuoco;

6. DIRITTO A UN BUON INIZIO, a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura;

7. DIRITTO ALLA STRADA, a giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade;

8. DIRITTO AL SELVAGGIO, a costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi;

9. DIRITTO AL SILENZIO, ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell’acqua;

10. DIRITTO ALLE SFUMATURE, a vedere sorgere il sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle.

Maestra Martina

¹Cfr. Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, https://www.unicef.it/doc/599/convenzione-diritti-infanzia-adolescenza.htm
  ²G. Zavalloni, pedagogista, maestro e dirigente scolastico.
  ³G. ZAVALLONI, _La pedagogia della lumaca_ . _Per una scuola lenta e nonviolenta_ , Bologna, EMI, 2009, p. 147.

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