LA DAD AL BORGO.

Per la prima volta, noi insegnanti e famiglie del Borgo, ci siamo trovate a fare i conti con la didattica a distanza, avendo da quest’anno iniziato anche il percorso di scuola primaria oltre a quello dell’infanzia.

Ad oggi possiamo dire di essere state fortunate, poiché a Roma, da settembre 2020, le scuole primarie hanno chiuso per sole due settimane nel mese di marzo 2021.

Ma, appena annunciata la chiusura delle strutture scolastiche, noi insegnanti del Borgo abbiamo dovuto capire e decidere come portare avanti il percorso educativo ed evolutivo che stavamo compiendo con i bambini e le bambine della prima classe, pur stando a casa, pur non sapendo quanto sarebbe durata la chiusura.

Nella nostra scuola la giornata si svolge perlopiù all’aperto e si divide essenzialmente in tre blocchi: didattica frontale, didattica laboratoriale e didattica ludica, il tutto impreziosito da una buona dose di gioco libero, dove i bambini e le bambine imparano attraverso il movimento, le emozioni ed il gioco strutturato e non.

Per decidere su come affrontare i giorni di chiusura, ci siamo nuovamente interrogate su cosa sia l’apprendimento e ci siamo ripetute, ancora una volta ed ancora più forte, che la parola “apprendere”, deriva dal latino “ad prehendere”, che significa “prendere”, “afferrare” e che, soprattutto, ha una forma ATTIVA.

Ci siamo nuovamente ripetute i principi neuroscientifici su cui si basa il nostro progetto educativo, ovvero che l’apprendimento passa per il movimento, passa per l’azione, passa per lo scambio attivo, appunto, di opinioni e informazioni tra persone vicine e che possano anche possibilmente toccarsi.

Non esiste quindi, secondo le neuroscienze, apprendimento senza un movimento attivo, della persona. Tale movimento non si riferisce al solo oculomanuale, ma si riferisce al movimento dell’intero corpo.

Una lezione statica, che coinvolge solamente la corteccia prefrontale e non l’intero organismo, risulta essere poco efficace, soprattutto nella fascia di età della scuola primaria.

Abbiamo quindi preferito, al collegamento quotidiano con il pc, l’invio di attività logico-matematiche e di lettoscrittura da fare attraverso percorsi motori, costruzioni di oggetti ed altri giochi divertenti.

Ciò che abbiamo pensato essere importante era che nei bambini e nelle bambine rimanesse vivo l’interesse che hanno innato verso la scoperta ed il sapere. Abbiamo voluto che continuassero a “fare scuola” divertendosi e con la leggerezza che era necessario ci fosse in un periodo non semplicissimo da vivere.

La scuola è divertimento, scambio, scoperta, è supporto. 

Le insegnanti sono guida verso la conoscenza, ma anche verso un modo di stare al mondo e di affrontare le giornate, facili e non.

Quindi più che ai concetti didattici, abbiamo voluto che facessero caso a quanto fosse importante che loro continuassero a sorridere sempre quando dovevano svolgere un compito o un esercizio, perché l’apprendimento è duraturo solo se ad esso è unita la felicità, lo dicono le Neuroscienze … ed anche noi.

A cura di Francesca Pizziconi

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